Le nostre vite sono così perfettamente organizzate, ordinate, percorribili. Non sono però i nostri gesti ad essere scanditi, quella è solo la conseguenza. Sono i nostri pensieri. Sono i nostri pensieri che si muovono in una gabbia, in un labirinto, in un percorso. Quello è il paradigma. I nostri giudizi sono dettati. Le nostre parole ingoiate e vomitate. Non so dire esattamente come succede, ma succede. Guardando per caso dove nessun altro guarda (e ti chiedi come sia possibile non guardare), avvicinandoti a un oggetto singolare e scoprendo quanto sia esplosivo. Da lì, spalancare lo sguardo diventa inevitabile. I veli di Maya si sprecano. Le menzogne che cadono non si contano. É come rimanere nudi improvvisamente e non sorprendersi. Le nostre (belle) vite sono possibili solo perché altre vite sono stroncate. Tutto l’occidente galleggia sul sangue del mondo, e si racconta storie inverosimili, crea mondi colorati, là dove ci sono solo rovine e dolore. Menzogne. Un’infrastruttura appoggiata sul nulla. E sta crollando. Carta dopo carta.
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