domenica 21 settembre 2008

la tempesta


Storming time
Inserito originariamente da lisiaolong۞Fuko
abbiamo visto così tanti giorni di neve, bianchi giorni, che una tempesta sui campi rappresenta quasi una novità. Tutta da guardare.

domenica 14 settembre 2008

No place for me


No place for me
Inserito originariamente da lisiaolong۞Fuko
...eppure con tutta l'accoglienza prefabbricata che vedo intorno a me preferisco camminare, e camminare senza sosta... il fuori è meglio del dentro...

domenica 7 settembre 2008

ZERO (II)

Quando mio padre morì, cadeva questa stessa neve.
La stessa innocenza silenziosa.
Sixj era ancora nel limbo.
Il bianco del centro medicale si confondeva con quello del parco. Ancora una volta il mondo si era rinnovato, come un serpente che perde la vecchia pelle, certamente già prima lo sapevo, ma sapere non è sentire.
Quanto tempo è passato. Quanto tempo passato.
Quante vite. Superate, andate, appassite. Ma davvero ho consumato io tutto questo tempo? Io l'ho divorato? Una simile ricchezza sperperata, perduta.
Non vuole essere un guardarsi indietro, piuttosto un avere dentro senza possedere.
Mi sovrasta, questo tempo, ma lo tengo. Mi costringe, e mi sfugge. Mi consuma.

„...altro esperimento nucleare, oggi, da parte del Sudan. Una bomba è stata fatta esplodere nel sottosuolo provocando un terremoto del 4° grado della scala Richter. Gravi contrarietà da parte di Europa e Usa, nessun commento dalla Repubblica cinese...“


Non nevica più, ma il vento vuole farsi sentire. Il fumo dei camini si piega e si disperde, grigio, nel nero, nel grigio. Sotto di me il letto tondo semi-illuminato, un po' mi attrae, un po' mi nausea. Quà fuori sul tetto di vetro così scomodo e così elettrico, così difficile da abbandonare, mi tornano alla memoria le porte scorrevoli del centro medicale e il mio sospiro nel vento ghiacciato, il bianco ossessivo e sempre presente delle pareti, dei corridoi, delle lenzuola, delle luci, delle divise, dei GK, il silenzio, l'odore di abbandono in quella stanzina senz'aria.
Il Liki è quasi finito, ancora giusto un goccio...Dal diffusore al mio collo si sollevano le note dei Refuse: da lacrime. Mi costringono ad alzarmi in piedi, a chiudere gli occhi e a perdere equilibrio e presenza. Maledetti Refuse. I filtri sono davvero fastidiosi, ma l'odore dei riciclatori è da vomito. Devo proprio rientrare.


Non saprei dire se preferisco l'olo-visore o il cielo, ho a disposizione solo un buco nel tetto, quello che ha lasciato il mio sedere poco fa, però è sufficiente. Il vento deve soffiare piuttosto forte ora, perchè la neve appoggiata al vetro si solleva e si riposa, turbina e si riposa, si agita e si riposa. Movimento.
Adagiato sul letto, puro strumento di osservazione e percezione, dilatata dal Liki, potrei chiudere gli occhi, tapparmi le orecchie e ritrarre la lingua, ma non cambierebbe il mio stato.
Il pro-visore scannerizza velocemente in rete, azione creata allo scopo di trovare, ma io non sto cercando nulla, l'olo-visore è catturato dal notiziario che vomita immagini di guerra in città inverosimili, di visi sporchi di sangue e fango , così lontani, e il mio umore sguazza nel ritmico avvicendarsi delle immagini e nell'alternanza tra la luce violenta dei visori e il grigio chiarore del cielo.
Mio padre tornava a casa sempre piuttosto tardi. Era responsabile dell'idrosicurezza. Si sentiva responsabile per tutti. Assurdo. L'acqua era la sua ossessione.
Ossessione.
Credo la sognasse perfino. La stanza del circuito di raffreddamento era la sua casa, il suo salotto senza divano: non ci si rilassava mai.
Mio padre era così solo. Il suo sguardo sempre così perso, preso da chissà quali fantastici, improbabili futuri.
Non beveva mai, ma aveva sempre la barba scombinata, il PK sempre acceso perchè spesso si confondeva coi codici di accesso.
Ossessione.
Aveva un PK dedicato, sempre collegato alle cam del laboratorio.
Ma come faceva a non bere? Come riusciva a trovare la forza di rimanere lucido? Come poteva rimanere fedele alla ragione? Così irragionevolmente fedele. Come poteva pensare che zelo, dedizione, insonnia potessero essere sufficienti? E come era giunto ad oscurare la quasi totalità della sua vita per nutrire la sua Ossessione?


La stanza di controllo è al centro di quattro campi al 3° livello, i quali , coi loro gemelli ai livelli inferiori, generalmente hanno lo stesso tipo di coltura.Quattro squadre si danno il cambio.Non ci sono orari fissi, non ci sono giornate di riposo,non ci sono sostituti. Nei periodi di necessità, in caso di indisposizione, la stanza è attrezzata con lettini e provviste. Ognuno di noi è padre e madre.
Da: „Storie per nessuno“ di Sixj