martedì 28 dicembre 2010

Evoluzione

Siamo così affascinati dall'Uomo, abbiamo la bocca così piena e il petto così gonfio nel parlarne, fa in tal modo meraviglia il sentiero che questa bestia ha percorso e ci riempie di un così profondo orgoglio la sua capacità intellettiva, di autoacquisizione, di coscienza della coscienza, da vivere nella convinzione che questo cammino tenda ad un certo infinito, la cui garanzia ci è oggi data dalla stupefacente brillantezza tecnologica che circonda il nostro quotidiano, in una naturalezza così ovvia da renderne trasparente tutta la sua pesantezza storica. Poi però, rimbalzando dalle cazzate propinateci da Darwin, alla costruzione classica fattaci dagli storici, in base alla quale la visione della storia umana è appunto quella di una continua evoluzione, un costante migliorarsi, un crescere progressivo, può capitare di soffermarsi su un particolare, una svolta, uno dei tanti pilastri che reggono la nostra autocelebrazione, l'invenzione della ruota, ad esempio, e accorgersi, a un tratto, che dopo millenni di millantata evoluzione, oggi è ancora attraverso il movimento di una ruota che gira, che siamo in grado di spostarci, che il nostro concetto di moto passa ancora dall'azione singolare di un oggetto, del più qualunque degli oggetti, che si appoggia senza appoggiarsi mai, e che nulla è davvero cambiato da allora, che il vero salto sarà dal momento in cui penseremo il movimento in maniera diversa dall'occupare via via frammenti di spazio e di tempo differenti o da una presenza costante nello spazio e nel tempo.
Da: “ I diari di Sol” 

lunedì 6 dicembre 2010

...è il corpo dunque che volete?...
ve lo faccio toccare... ve lo faccio annusare..... ve lo faccio leccare, a tratti....respirare.....guardatelo, bramatelo....

....ma tenete il vostro denaro

donarlo posso, nient'altro